Cantarella Eva - 2014 - Perfino Catone scriveva ricette: I greci, i romani e noi by Cantarella Eva

Cantarella Eva - 2014 - Perfino Catone scriveva ricette: I greci, i romani e noi by Cantarella Eva

autore:Cantarella Eva [Cantarella Eva]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History, General, Ancient, Rome
ISBN: 9788858828243
Google: i3WYDgAAQBAJ
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2017-04-04T22:00:00+00:00


Invito a cena

Come comportarsi, in caso di un invito a cena? Alle signore che lo interrogavano in proposito, Ovidio impartiva consigli che a prima vista possono apparire frivoli: “Arriva tardi, fai che la tua bellezza passi sola al lume delle lampade. In ritardo giungerai più gradita: è gran ruffiana l’arte di farsi attendere. Sei brutta? Han già bevuto: sembrerai più bella, il buio darà velo ai tuoi difetti”. Se oggi non fosse assai poco educato arrivare in ritardo, varrebbe la pena rifletterci su. Ma veniamo al seguito: una volta a tavola, “prendi in punta di dita le vivande: è un’arte pure questa che vuol garbo. Non ungerti la faccia con le mani e non aver prima cenato, a casa. Smetti però quando ti senti sazia: mangia meno di quanto non potresti. Se Paride vedesse Elena intenta a ingozzarsi di cibo l’odierebbe, si chiederebbe: e perché l’ho rapita?”.

Niente da dire, consigli più che condivisibili, di buon senso, potremmo dire. Più singolari invece quelli successivi, che riguardano il vino: “Quanto al bere, io credo che alla donna s’addica molto e più che non all’uomo. Ti trovi bene, Bacco, con Amore”. I tempi erano veramente cambiati dai primi secoli della città, quando le donne che bevevano vino potevano essere messe a morte. Ai tempi di Augusto, le signore, ormai super-emancipate, non solo potevano tranquillamente bere, ma erano addirittura esortate a farlo. Sempre che non alzassero il gomito, tiene però a specificare Ovidio: “Bevi soltanto finché lo sopporti. Reggano la tua mente e le tue gambe: che tu non veda due al posto d’uno! È orribile veder donna giacere sozza di vino: non meriterebbe che d’essere preda al primo sconosciuto. E non crollare mai addormentata sopra la mensa: non è mai sicuro, ti possono accadere mentre dormi, capita spesso, vergognosi guai”. Ci voleva misura, insomma: era questione di estetica, non di morale. A proposito della quale, peraltro - leggendo gli ultimi versi -, vien fatto inevitabilmente di pensare che, di fronte a una signora che aveva ecceduto nel bere, i romani non sempre si comportavano da gentiluomini.



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